À escuta da palavra e dos vazios que reverbera nas poéticas de Pascoli e Gualtieri: voz, som, presença e o reacontecimento de lugares amados

Abstract

Questa tesi analizza i possibili dialoghi tra le poetiche di Giovanni Pascoli e Mariangela Gualtieri, assumendo come riferimento centrale per pensare tale relazione l’opera teatrale Voci di tenebra azzurra (2014). Composta da Gualtieri, l’opera riprende le voci che consolano il soggetto lirico del poema pascoliano “La mia sera” (1900), evidenziando un forte legame tra i due autori romagnoli. Senza limitarsi a esaminare unicamente come tale connessione si stabilisca a partire dai testi sopracitati, il lavoro indaga anche le convergenze e le divergenze che emergono tra i linguaggi dei due autori. In entrambi, la poesia apre spazio al vuoto, uno spazio di contingenze e risonanze in cui, nel silenzio, voci e suoni invitano all’ascolto. È proprio attraverso l’ascolto che avviene la riappropriazione e la trasformazione amorosa delle voci di “La mia sera”, nell’intreccio dinamico della performance e dell’intertestualità. Facendo riferimento ad autori come Giorgio Agamben, Maurice Blanchot, Jean-Luc Nancy, Paul Zumthor, Patrizia Peterle, Paul Valéry, Luiza Romão e Hans Ulrich Gumbrecht, vengono mobilitati concetti che ci aiutano a riflettere sulla complessità di questo movimento intertestuale e sulle sue strutture costitutive. Nell’indagarlo, si sostiene che tanto Pascoli quanto Gualtieri tessono una poetica dell’ascolto e dell’alterità, in cui, al di fuori del circuito della significazione obbligata, si produce presenza attraverso un linguaggio sensoriale e affettivo.